Copie cartacee per sempre. Così muore il processo telematico.

Nel Decreto Sicurezza un cavallo di Troia che blocca la digitalizzazione del processo amministrativo.

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, il c.d. “Decreto Sicurezza”.

Nel decreto è stata inserita una disposizione che rende permanente il deposito di copie cartacee dei depositi telematici effettuati dagli avvocati.

Il quarto comma dell’art. 7 D.L. 168/2016 prevede l’obbligo di deposito di “almeno una copia cartacea del ricorso e degli scritti difensivi“. Inizialmente, tale disposizione prevedeva l’obbligo fino al 1 Gennaio 2018 ed è stata quindi prorogata fino al 1 Gennaio 2019.

La disposizione, già in odore di essere ulteriormente prorogata, è divenuta definitiva con la rimozione di ogni riferimento temporale: l’art. 15 del Decreto Sicurezza sopprime definitivamente le parole “e sino al 1° gennaio 2019”.

Si conferma in tal modo una misura arretrata e irragionevole, che finora ha limitato i vantaggi del processo telematico per i difensori. Ad oggi, infatti, una volta effettuato il deposito telematico l’avvocato deve stampare la copia dell’atto e depositarla presso la segreteria dell’ufficio giudiziario.

La cortesia è d’obbligo per il difensore.

Incredibile come, da subito, il tema delle copie di cortesia sia stato al centro delle attenzioni della Magistratura. Non solo decreti presidenziali, ma anche protocolli in concerto con associazioni locali per stabilire il numero di copie o, addirittura, prevedere ipotesi di illecito deontologico per il mancato deposito della tanto agognata copia di cortesia.

Meglio parlare, tuttavia, di “copia d’obbligo” come il Consiglio di Stato si è affrettato a specificare nella nota ordinanza n. 880/2017, con la quale i Giudici di Palazzo Spada hanno compiuto una sofisticata operazione ermeneutica per giustificare il numero di copie cartacee da depositare. Sei pagine di ordinanza interamente dedicate alla ricostruzione normativa dell’obbligo di deposito della copia cartacea.

Non solo. Con questa ordinanza il Consiglio di Stato ritenne che “la trattazione collegiale in tale sede va comunque considerata condizionata al tempestivo deposito della copia d’obbligo nel termine dilatorio fissato da tale ultima norma (salvo dimidiazione o abbreviazione del termine stesso), sotto pena di rinvio della trattazione collegiale fino a espletato incombente“.

E’ quindi evidente che il deposito della copia cartacea sia una priorità per l’efficienza del sistema giustizia se addirittura, in un bilanciamento di interessi, quello della celebrazione dell’udienza risulti recessivo rispetto al deposito degli agognati fogli di carta.

Infine, come non ricordare l’estrema cortesia che in troppi TAR viene richiesta per il deposito dei documenti? La disposizione richiede il deposito cartaceo limitatamente agli atti, ma in molti uffici giudiziari è invalsa la prassi di chiedere copia anche dei documenti.

Le priorità del processo amministrativo

Sono ormai trascorsi due anni dall’avvio del Processo Amministrativo Telematico. Un modello di giustizia digitale per molti versi all’avanguardia, ma ancora limitato da posizioni reazionarie.

Il PAT è ancora all’inizio del suo percorso e di certo richiederebbe ben altre attenzioni, ben altre priorità. A ben vedere l’unica novella del 2018 riguarda, infatti, una disposizione che mira ad inimicare il PAT agli avvocati amministrativisti, chiamati a supplire le funzioni delle segreterie, generando ancora fascicoli cartacei.

Dal punto di vista degli adempimenti per l’avvocato, non si può tacere oltre: il PAT ha determinato una moltiplicazione degli sforzi. In luogo del solo deposito cartaceo, oggi è richiesto sia il deposito telematico che il deposito cartaceo.

E’ pur vero che il deposito cartaceo è limitato a copia degli atti e può essere svolto a mezzo posta, ma alcune prassi e orientamenti giurisprudenziali complicano comunque la vita dell’avvocato.

Chi ha creduto fin dall’inizio nella bontà del PAT per velocizzare la Giustizia e diminuire il lavoro dell’avvocato rimarrà deluso. Oggi il processo telematico continua a riproporre in digitale gli stessi schemi del mondo cartaceo.

Chi ci ha creduto ci crederà ancora. Sperando che l’attenzione che è stata rivolta alle copie cartacee possa finalmente essere rivolta a temi ben più urgenti per la Giustizia digitale.

3 pensieri su “Copie cartacee per sempre. Così muore il processo telematico.

  1. CONCORDO … dobbiamo imparare a realizzare i veri SWITCH-OFF … quando si passa al digitale si deve fare come per la TV … niente periodo transitorio o soluzioni ” a metà” … altrimenti è la fine, oltre a creare confusione su ciò che è giuridicamente reale (originale digitale) e ciò che è non vero (copia cartacea) ad ogni effetto (contenuto, archiviazione ecc…)

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  2. Mi pare giusto che il compito di manovalanza di stampare una copia dell’atto (inviato) sia troppo oneroso e vagamente degradante, per cui provveda l’avvocato! In nome della sicurezza…

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